Lasciare la propria casa, la famiglia, il lavoro. E scomparire. Cosa spinge una persona ad andarsene? E cosa significa, per chi resta, convivere con un’assenza? Nel suo nuovo, enigmatico romanzo, Peter Stamm scandaglia l’umano desiderio di fuggire.
Siamo a pochi chilometri da Zurigo, nell’ordinata campagna svizzera. È una sera di fine agosto. Thomas, Astrid e i loro due figli sono appena rientrati dalle vacanze. Mentre lei disfa le valigie, Thomas, senza un motivo apparente, imbocca il vialetto in giardino, apre con cautela il cancello e se ne va. Nel buio quieto della notte supera il quartiere residenziale, attraversa i campi e si inoltra nel bosco. La mattina i bambini corrono a scuola, Astrid si dedica placidamente alle faccende domestiche. Arriva l’ora di pranzo, poi il momento di andare a dormire. Come mai Thomas non torna? È facile ricacciare un pensiero, tanto quanto mentire. Alla segretaria che chiama, Astrid dice che il marito è malato, ai figli che il padre è via per lavoro. Ma i giorni passano, la recita vacilla, bisogna avvertire la polizia.
Alternando i punti di vista di Thomas e di Astrid, Peter Stamm scandaglia quel desiderio inconfessabile di andarsene che presto o tardi si impadronisce di tutti noi. Quasi che lo scomparire agli occhi di chi ci è vicino sia l’unico modo per tornare a vedere l’altro e noi stessi.weiterlesen