Scritti mentre Martini era attivo nell’insegnamento, sono racconti in cui bambini e ragazzi appaiono sia come protagonisti, sia come ideali destinatari. Storie di infanzia o per l’infanzia, dunque, che oggi tuttavia interesseranno soprattutto il pubblico adulto, tanto per il loro valore letterario quanto per la loro capacità di restituire vividamente un mondo – un paese alpestre con la sua gente a metà del Novecento – di cui altrimenti non ci rimarrebbe forse altro che la muta testimonianza dei muri di pietra delle case e delle stalle.
I cinque racconti esplorano generi diversi, dalla scheggia realista (Com’era bello di giugno a Roseto, Vigilia di Natale) al «libro di lettura» che ammicca a Pinocchio (Remo), dalla fiaba con animali parlanti (Storia di un camoscio) alla novella comica di ascendenza boccaccesca (Acchiappamosche e il maiale), ma sono accomunati dalla vivacità di alcuni personaggi, dalle atmosfere e soprattutto dall’ambientazione. Come scrive il curatore Alessandro Martini nel saggio che completa il volume, Roseto diventa in queste pagine felicemente ritrovate il nome di un luogo «sentito come unico, ma capito come universale».weiterlesen